Un ragazzino con semplicità racconta
di alcune possibili incomprensioni
tra fratelli o compagni di classe.
Tanto
tempo fa c’erano due topolini, uno si chiamava Bello e uno Brutto.
Bello era contento di andare a scuola, perché
imparava molte cose nuove e giocava con le topoline.
Brutto non era contento di andare a scuola,
perché i suoi compagni lo prendevano in giro e non voleva chiedere aiuto al
fratello, anche se gli avrebbe offerto sicuramente protezione.
Bello era considerato il migliore tra i due,
dai compagni di scuola, perché essendo di un anno più grande aveva più
esperienza.
Un brutto giorno, i due topolini litigarono
perché Brutto era invidioso del fratello, aveva la bellezza che a lui mancava,
e il rispetto degli altri, di cui lui non godeva.
Brutto però era il più intelligente tra i
due.
Per un lungo periodo i due fratelli non si
guardarono più in faccia…finchè un giorno Brutto si rivolse a Bello dicendo: “Squit,
squit, squit, squit.”
Bello capì un’altra cosa: “Nesquick!” Allora
Bello preparò latte al cioccolato per tutti e due.
Brutto disse a Bello: “Ti ringrazio per il
pensiero, ma hai capito male, io ho detto squit, squit.” ripetè con calma,
cercando di spiegarsi meglio.
“Ah, adesso che mi hai spiegato tutto per
filo e per segno, ho capito il tuo disagio con i compagni di scuola e quello che
pensi di me.” disse Bello.
I due fratelli fecero immediatamente pace. Capirono
che dal quel giorno in poi, si sarebbero aiutati l’un l’altro, condividendo i
loro pensieri, certi che la loro diversità non sarebbe stata più un motivo per
litigare, ma per confrontarsi e consigliarsi sulle decisioni da prendere.
Si buttarono nel letto e parlarono di tante
altre cose, ridendo e scherzando.
Tratto da Le storie dell'arcobaleno
a cura di Gioia Greifenberg, Paola Fattor, Lara Zanchi
Casa Famiglia San Pio X
Nessun commento:
Posta un commento