lunedì 18 aprile 2016

A scuola



 


Un ragazzino con semplicità racconta
di alcune possibili incomprensioni
tra fratelli o compagni di classe.


Tanto tempo fa c’erano due topolini, uno si chiamava Bello e uno Brutto.
Bello era contento di andare a scuola, perché imparava molte cose nuove e giocava con le topoline.
Brutto non era contento di andare a scuola, perché i suoi compagni lo prendevano in giro e non voleva chiedere aiuto al fratello, anche se gli avrebbe offerto sicuramente protezione.
Bello era considerato il migliore tra i due, dai compagni di scuola, perché essendo di un anno più grande aveva più esperienza.

Un brutto giorno, i due topolini litigarono perché Brutto era invidioso del fratello, aveva la bellezza che a lui mancava, e il rispetto degli altri, di cui lui non godeva.
Brutto però era il più intelligente tra i due.

Per un lungo periodo i due fratelli non si guardarono più in faccia…finchè un giorno Brutto si rivolse a Bello dicendo: “Squit, squit, squit, squit.”

Bello capì un’altra cosa: “Nesquick!” Allora Bello preparò latte al cioccolato per tutti e due.

Brutto disse a Bello: “Ti ringrazio per il pensiero, ma hai capito male, io ho detto squit, squit.” ripetè con calma, cercando di spiegarsi meglio.

“Ah, adesso che mi hai spiegato tutto per filo e per segno, ho capito il tuo disagio con i compagni di scuola e quello che pensi di me.” disse Bello.

I due fratelli fecero immediatamente pace. Capirono che dal quel giorno in poi, si sarebbero aiutati l’un l’altro, condividendo i loro pensieri, certi che la loro diversità non sarebbe stata più un motivo per litigare, ma per confrontarsi e consigliarsi sulle decisioni da prendere.


Si buttarono nel letto e parlarono di tante altre cose, ridendo e scherzando.

Tratto da Le storie dell'arcobaleno
a cura di Gioia Greifenberg, Paola Fattor, Lara Zanchi
Casa Famiglia San Pio X

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